Guarigione e cura: quali condizioni?
Si dice comunemente che l'esistenza dell'uomo è breve e piena di fastidi. Fra tutte le vicissitudini che ci opprimono nessuna ci colpisce di più della perdita della salute. Ci rassegniamo senza eccessiva fatica a perdere del denaro e a veder scomparire i nostri amici. Ma quando la salute viene a mancarci e quando la morte ci minaccia, anche le persone più coraggiose si lasciano abbattere. Consci della nostra debolezza ci sentiamo impotenti; ci rivolgiamo allora alla forza divina per ottenere soccorso. È per questo che la funzione di guida spirituale è sempre più o meno legata al potere di guarigione. Fra i primitivi il sacerdote aveva anche la funzione di "guaritore". Nell'antica Grecia coloro che erano ammalati si rivolgevano in particolare modo a Esculapio. Anche la Chiesa ha seguito questo esempio. Alcuni ordini cattolici si sono prefissi il compito, nei secoli scorsi, di alleviare la sofferenza in tutte le sue manifestazioni e lo stesso succede oggi in occasione di epidemie. Il "Buon Padre" visitava gli ammalati in qualità di rappresentante del nostro Padre Celeste. Se era veramente un buono e degno prete, egli rimpiazzava la scienza, di cui difettava, con l'amore, la solidarietà e la fede che trasmetteva ai malati. Le cure che egli prodigava non cominciavano al capezzale e non terminavano con la guarigione. La riconoscenza del malato verso il medico si aggiungeva alla venerazione per il consigliere spirituale. Il potere che un tempo aveva il prete di soccorrere i malati e di dare sollievo creava fra di essi un solido legame, più stretto di quello che sarebbe stato se il medico dell'anima e quello del corpo fossero state due persone diverse.
È evidente che la scienza medica ha fatto notevoli progressi, frutto di lunghe e pazienti ricerche. L'applicazione delle leggi sanitarie, la distruzione degli agenti responsabili delle malattie infettive testimoniano magistralmente il valore dei moderni metodi scientifici.
Sembra dunque che tutto sia perfetto e che qualsiasi altro sforzo sia superfluo. Però, fino a quando l'umanità nel suo assieme non godrà di una salute perfetta, nessun problema esigerà una soluzione più urgente del seguente: come ottenere una buona salute duratura? Come conservarla? Oltre alla medicina ufficiale che si serve esclusivamente di mezzi materiali per guarire i malati, vi sono altri sistemi basati sul potere mentale. Questi sistemi sono adottati da alcuni centri che preconizzano il "trattamento col pensiero", "trattamento naturalistico" e che organizzano riunioni in cui i partecipanti vengono chiamati a testimoniare in pubblico la guarigione che hanno ottenuto tramite questi procedimenti. Se i medici ortodossi facessero altrettanto, non mancherebbero analoghe testimonianze.
L'opinione della massa è molto importante, ma non prova nulla in quanto un medesimo numero di persone potrebbe sostenere opinioni differenti. Può capitare che il singolo abbia ragione e che la maggioranza abbia torto. Fu il caso di Galileo, il quale fu perseguitato per avere fermamente sostenuto il moto di rotazione della Terra. Oggi tutti condividono l'idea per la quale l'illustre astronomo è stato perseguitato come eretico.
Noi sosteniamo che l'uomo, essendo un essere complesso, ottiene la guarigione proporzionalmente alle cure che gli vengono praticate sia sul piano fisico, sia sul piano mentale o morale, o in entrambi i piani.
La maggior parte delle persone non distingue fra il sollievo che si può apportare provvisoriamente al proprio stato e la guarigione completa. Può essere utile spiegare questa differenza, che dipende dalla maggiore o minore collaborazione attiva del malato.
Un medico può impegnarsi a "curare" un certo stato patologico prescrivendo al malato le medicine appropriate o facendo massaggi o altri trattamenti. In questo caso il malato è come l'argilla nelle mani del vasaio: totalmente passivo. Non v'è dubbio che i trattamenti di tal genere possono riuscire ad attenuare e anche a sopprimere il dolore. L'ammalato può recuperare dunque la salute... ma non si tratta che di un miglioramento passeggero. Se non gli è stata spiegata la vera causa della malattia, il malato non capirà mai che essa è dovuta al fatto che egli ha infranto alcune leggi della natura. In questo modo ripeterà gli stessi errori, con il risultato di ammalarsi nuovamente. Curare è un processo fisico. Guarire è esattamente l'opposto, poiché, in questo caso, si richiede che il paziente collabori sia spiritualmente che fisicamente con il medico.
Per appoggiare la nostra tesi prendiamo come esempio la vita e le opere del nostro grande Maestro il Cristo Gesù. Quando i malati andavano da Lui per essere guariti si aspettavano forse un trattamento fisico, una terapia? No. Essi sapevano che sarebbero stati guariti spontaneamente grazie al potere dello Spirito. Essi avevano in Lui una fiducia illimitata.
Quando Naaman venne a trovare Eliseo su di un carro trainato da cavalli, si immaginò che questo profeta avrebbe fatto un'importante dimostrazione di magia bianca per guarirlo della lebbra e fu deluso quando Eliseo non si fece neppure vedere e mandò un messaggero a dirgli: "Va a lavarti sette volte nel fiume Giordano". Naaman irritato si allontanò dicendo: "Non abbiamo in Assiria abbastanza grandi fiumi? Perché dovrei bagnarmi nel Giordano?". Gli mancava lo spirito di sottomissione, che è assolutamente necessario se ci preme ottenere la guarigione, e se Naaman avesse persistito nel rifiuto non sarebbe guarito dalla sua malattia. Alcuni di coloro che il Cristo ha guarito non lo sarebbero stati, se non avessero obbedito agli ordini dati loro. È una legge di natura assolutamente certa. La disobbedienza è la causa della malattia, l'obbedienza - che essa implichi un'immersione nelle acque del Giordano o il gesto di stendere la mano - indica un cambiamento di comportamento.
Tale atteggiamento di collaborazione permette al malato di ricevere il balsamo guaritore che può venire dal Cristo o da qualsiasi altro intermediario. Qualunque sia il caso considerato, il potere curativo proviene dal nostro Padre Celeste che è il Grande Medico. In ogni guarigione intervengono tre fattori: in primo luogo il potere che proviene dal Padre nostro che è nei Cieli, poi il medico e, per ultimo, lo spirito di obbedienza del paziente sul quale il Padre può agire per mezzo del medico in modo tale da far scomparire i mali. Noi dobbiamo riuscire a convincerci del fatto che l'universo è pervaso dal potere che il Padre ha di guarire tutti i mali, di qualunque natura essi siano. È una grande certezza.
Il medico è il punto focale, il veicolo attraverso il quale il potere guaritore del Padre si infonde nel corpo del malato. Se il medico è un strumento docile e in perfetta armonia con l'infinito, non vi sono limiti alle opere benefiche che il Padre può operare tramite il suo intermediario, se l'ammalato si dimostra particolarmente ricettivo ed obbediente.