La malattia è in realtà un fuoco divoratore, il Fuoco invisibile che è il Padre, che si sforza di rompere in piccoli frammenti l'insieme della materia che noi abbiamo cristallizzato e accumulato nel nostro corpo. Sappiamo che la febbre è un fuoco. Tutte le altre malattie, come i tumori e il cancro, sono anch'esse delle manifestazioni di questo fuoco invisibile che tende a purificare il nostro essere e a liberarci dalle condizioni nelle quali l'abbiamo costretto, disobbedendo alle leggi della natura.
Noi potremmo anche dire che la malattia è il risultato dell'ignoranza, peccato primordiale, e che la guarigione è la dimostrazione del sapere acquisito e messo in pratica, che è l'unico mezzo per avere salute.
Il Cristo incarna il principio della Sapienza. Via via che Egli si sviluppa in noi otteniamo la salute. Per questa ragione coloro che si propongono di guarire gli ammalati devono essere sviluppati spiritualmente, e devono sforzarsi di infondere loro degli ideali elevati che li porteranno a conformarsi alle leggi divine che governano l'universo. È in tal modo che ci si può conservare in buona salute nella presente vita e nelle successive.
L'Antico Testamento incomincia col narrare come gli esseri umani furono ingannati dalla falsa luce degli Spiriti Luciferici. È la causa di ogni affanno e di ogni sofferenza nel mondo. Tuttavia l'ultimo capitolo del libro contiene la promessa secondo la quale il Sole della Giustizia si leverà portando nei suoi raggi il rimedio per tutti i nostri mali (Malachia 4:2).
Nel Nuovo Testamento vediamo levarsi il Sole della Giustizia, vera luce venuta per salvare il mondo. Siamo in primo luogo informati che questo Salvatore è stato concepito senza peccato. È indispensabile entrare bene in quest'idea, cioè che è stato l'elemento passionale degli Angeli Luciferici a seminare sulla Terra dolore, peccato e sofferenza.
Ma fino a che il nostro Cristo interno non verrà fatto brillare, noi non potremo sentire né seguire le leggi della natura. E continueremo a contrarre malattie ogni volta che in modo ignorante e cieco trasgrediremo queste leggi di Dio.
Citiamo le parole di Emerson: "Un malato è un miserabile colto in flagrante delitto"; egli ha derogato alle leggi di natura. Per questa ragione è indispensabile predicare il Vangelo di Cristo, affinché ciascuno di noi impari ad amare Dio con tutto il suo cuore, con tutta la sua anima e con tutta la sua mente e il suo prossimo come se stesso. Perché tutto il male di cui la gente soffre - che ne siamo convinti o meno - proviene dal nostro incommensurabile egoismo. Se il nostro apparato digerente è sregolato, di chi è la colpa? Non sarà perché abbiamo accumulato dei veleni nel nostro organismo a forza di incollerirci, e teso all'estremo il nostro sistema nervoso cercando di asservire gli altri ai nostri fini egoistici? Non sarà perché coviamo rancore per aver fallito nei nostri intenti? In ogni caso la maggior parte di queste malattie possono essere attribuite al nostro egoismo. L'egoismo, frutto dell'ignoranza, è il peccato mortale che assale l'umanità.
(Max Heindel)
Legge di destino
(di Max Heindel)
Sempre più medici si sono convinti che la legge di destino agisce potentemente nell'insorgere di una malattia; come pure che sia un fattore importante nella lentezza della guarigione, anche se non credono alla fatalità di un destino inesorabile. Riconoscono che Dio non ci affligge deliberatamente e non cerca di punire un trasgressore. Riconoscono nei dispiaceri e nelle sofferenze il compito di insegnarci delle lezioni che non sapremmo imparare in nessun altro modo . La carta astrologica ci rivela i periodi nei quali noi siamo chiamati ad imparare queste lezioni. Ma nemmeno Dio può determinare l'ora esatta in cui questo succederà, né la somma di sofferenze che dovremo subire. Lascia a noi, in quanto essenza divina, questa prerogativa. Se riconosciamo i nostri sbagli, se cominciamo ad obbedire alla legge, prima che il termine delle pene indicato dalle stelle sia scaduto, saremo liberati dai disturbi mentali, morali e fisici che ci affliggono. Se, al contrario, prima che il tempo segnato dalle stelle sia trascorso, persistiamo nel non aver imparato la lezione, una configurazione ancora più dura ci piegherà, successivamente, all'obbedienza.
Il cancro e la tubercolosi[1] sono considerati dei mali incurabili. Però, è sempre possibile avere ragione di queste malattie, che saranno certamente debellate se viene loro opposta una forza sufficientemente efficace. Come ogni altra manifestazione fisica, esse sono sempre il risultato di cause spirituali. Se possiamo determinare queste cause e allontanarle attraverso un metodo di natura opposta, ci sarà una qualche possibilità di guarigione, mentre un atteggiamento rassegnato o passivo non riuscirà a sanare l'ammalato.
Un clima salubre, il desiderio ardente di guarire, la speranza che vince ed ignora ogni scoraggiamento, un regime semplice, nutriente e sano, saranno fattori eccellenti di guarigione anche per i casi più gravi di tubercolosi.
Per quanto riguarda il cancro, è difficile determinare quando il debito fatale, che origina la malattia, dovrà essere pagato. Ma si sono notati molti casi di persone che sono state guarite in tempo dal cancro, e cioè la forma benigna. Tuttavia, anche nei casi avanzati, non vi è ragione di abbandonare ogni speranza, fino a che si è in vita.
Quanto all'arteriosclerosi, vi sono parecchi sistemi per eliminare i depositi che intasano i vasi sanguigni, dopo di che l'ammalato si sentirà molto meglio. Soprattutto se è stato condotto a capire che ha infranto alcune leggi naturali, che hanno, come conseguenza, causato i disturbi di cui soffre. È il risultato che occorrerà cercare di raggiungere. Che la malattia si arresti o no, se l'ammalato può scoprire la causa spirituale della sofferenza, se egli impara a camminare sul sentiero della virtù, secondo le leggi divine, allora non vi saranno più per lui in futuro delle malattie, come quella di cui soffre, da temere; è verso questo fine che ci orientiamo: affrettare il giorno della nostra liberazione, in modo che tutti gli esseri umani possano vivere in condizioni che assicurino la loro buona salute.
Quanto a sapere in quale misura abbiamo il diritto di opporci al destino, è necessario, innanzitutto, comprendere quali sono i suoi artefici. Ora, senza ombra di dubbio, sono gli uomini stessi che si forgiano il proprio destino. Siamo noi che mettiamo costantemente in atto quello che sarà il nostro futuro. E siccome ce lo siamo creato con le nostre mani, abbiamo il diritto di apportarvi, per quanto possibile, delle modifiche.
Infatti, in virtù della nostra prerogativa divina, abbiamo il diritto di governarci da soli. Tuttavia, la maggior parte degli uomini è dominata dai corpi celesti, che costituiscono "l'orologio del destino". I dodici Segni dello Zodiaco rappresentano le dodici ore del giorno e della notte, mentre i pianeti possono essere paragonati alla lancetta delle ore che indica l'anno in cui un determinato avvenimento del nostro destino si dovrà imprimere nella nostra esistenza mediante il pagamento di un particolare debito. La Luna ne precisa il mese. Questo astro attira delle influenze che noi avvertiamo senza capirne la ragione. Ora, tali influenze tendono a regolare le azioni della nostra vita attuale. In questo modo raccoglieremo quanto abbiamo meritato nelle esistenze precedenti. Quello che è previsto dovrà necessariamente realizzarsi. Ci sono però alcune eccezioni. Rendiamo grazie a Dio per questo dono ineffabile, perché se non avessimo nessuna possibilità di cambiare il nostro destino potremmo essere solo semplici spettatori della nostra vita. "Beviamo, mangiamo e rallegriamoci, perché domani moriremo"; cadremmo nella rete di una fatalità inesorabile, che saremmo costretti a subire. Grazie a Dio ci è stata concessa una possibilità, che non è indicata nel nostro tema natale: la nostra volontà, mediante la quale possiamo regolare il nostro destino. Come Ella Wheeler Wilcox ha poeticamente affermato:
«Una barca fa rotta verso oriente ed un'altra verso occidente,
Con il vento che soffia nelle rispettive vele
Tuttavia è la posizione delle vele e non il vento
A tracciare la rotta per ciascuna di esse».
È dunque molto importante poter orientare le vele della nostra barca secondo la nostra volontà. Non abbiamo nulla da temere se ci opponiamo al nostro destino nel tentativo di modificarlo.
Dovremo però risposta alla domanda, se il concetto della nostra affermazione sia già in sé un fattore importante della nostra esistenza. Sarebbe assurdo crederlo. Lo illustriamo con il seguente esempio: Supponiamo che un seme di garofano sia dotato della parola e ci dica: "Sono un garofano!" Rispondereste: "No! tu non sei un garofano, piccolo seme presuntuoso! Lo sei solo potenzialmente. Devi prima interrarti in giardino e aspettare per un certo periodo di tempo e crescere. Affermare che sei un garofano non significa che tu lo sia se non lavori per diventarlo".
Così è per noi: tutte le nostre affermazioni di "divinità" sono vane, se non sono confortate da azioni che abbiano una natura veramente divina. Queste ultime dimostreranno la nostra origine divina meglio di qualsiasi discorso.
[1] Ovviamente, ai tempi in cui fu scritto questo libro (NdT).