La Retrospezione (o esame di coscienza), ha maggiore importanza di qualunque altro metodo per l'avanzamento dell'aspirante sulla via del progresso. Esso ha una tale efficacia, che permette a chi lo pratica di trarre profitto, non solo ora, dalle lezioni di questa vita, ma anche dalle lezioni di solito riservate ad esistenze future.
La sera, dopo essersi coricati, si deve rilassare il corpo. Poi l'aspirante deve cominciare a richiamare alla mente tutti i fatti della giornata in ordine inverso, cominciando dagli eventi della sera, passando poi a quelli del pomeriggio, di prima di mezzogiorno, e del mattino. Egli cerca di rappresentarsi come in un quadro ogni scena quanto più è possibile fedelmente, cerca di riprodurre davanti all'occhio della mente, tutto ciò che fa parte della scena rappresentata allo scopo di giudicare le proprie azioni, di accertarsi se le sue parole furono adatte allo scopo che si proponevano, o se potevano essere male interpretate; se parlando ad altri ha esagerato o diminuito il valore dei fatti riferiti. Rivede il proprio atteggiamento morale in relazione ad ogni scena. Per esempio: ai pasti mangiò egli per vivere o visse per mangiare, cioè per compiacere al palato? Giudichi egli se stesso e si biasimi dove biasimo è dovuto, ma si conceda la lode dove questa è meritata. Alcuni trovano difficile rimanere desti fino al termine dell'esercizio. In simili casi è lecito sedersi sul letto per cercare di rendere possibile di seguire il metodo ordinario.
Il valore della retrospezione è grandissimo; molto superiore a quanto è possibile immaginare. In primo luogo noi compiamo l'opera di ristabilire consciamente l'armonia, ed in un tempo più breve di quello che possa fare il corpo del desiderio durante il sonno, e possiamo lasciare così una parte maggiore della notte disponibile per un eventuale lavoro esteriore. In secondo luogo viviamo così il nostro Purgatorio ed il nostro Primo Cielo ciascuna notte e incorporiamo nello Spirito come Retto Sentimento l'essenza della vita quotidiana. In tal modo sfuggiamo al Purgatorio dopo la morte e riduciamo il tempo da passare nel Primo Cielo. E, cosa ultima, ma non meno importante, avendo estratto giorno per giorno l'essenza delle esperienze che facciamo per lo sviluppo animico, ed avendole incorporate nello Spirito, stiamo attualmente vivendo in quell'atteggiamento mentale e progredendo lungo quelle linee che sarebbero state ordinariamente riservate a vite future. Ma col fedele adempimento, giorno dopo giorno, di questo esercizio, eliminiamo dalla nostra memoria subcosciente tutte le indesiderabili contingenze, in modo che i nostri peccati vengono così ad essere cancellati, la nostra aura comincia a risplendere di quell'oro spirituale estratto, mediante la retrospezione, dalle esperienze quotidiane, e possiamo in tal modo attrarre sopra di noi l'attenzione dell'Istruttore.
I puri vedranno Dio, disse il Cristo, e l'Istruttore aprirà rapidamente i nostri occhi, appena saremo pronti ad accedere nella « Sala dell'Insegnamento » - il Mondo del Desiderio - dove conseguiremo le prime esperienze di vita consapevole fuori del corpo fisico.
(La Cosmogonia dei Rosacroce)